Boscoreale

Gli scavi archeologici di Boscoreale hanno riportato alla luce una serie di ville romane, per lo più rustiche, concentrate in quella zona che secondo alcuni ricondurrebbe al Pagus Augustus Felix Suburbanus, ossia un sobborgo pompeiano, compreso oggi nel territorio di Boscoreale e limitatamente in quello di Boscotrecase e Terzigno: in questi luoghi si concentravano attività legate alla pastorizia e alle coltivazioni, soprattutto di viti e cereali. 

Le prime frammentarie opere di scavo che si tennero a Boscoreale risalgono alla metà del 1700, come testimoniato da una relazione di Karl Jakob Weber, che parlava di un’esplorazione nella zona, dopo alcuni ritrovamenti di oggetti e mura romane durante la costruzione di una strada per Torre Annunziata. Un secondo scavo viene eseguito il 29 dicembre 1760 a seguito della scoperta di alcune stanze e monete d’oro e d’argento; altra indagine archeologica venne fatta dal 14 maggio 1774, quando durante dei lavori per la raccolta di lapilli fu rinvenuta una statua in bronzo e delle iscrizioni: questo scavo durò diversi mesi durante i quali furono rinvenuti una grossa quantità di reperti.

Il 9 novembre 1876, durante lo scavo per le fondamenta di una di casa, riaffiorarono alcune mura della zona rustica di una villa, poi battezzata di Cecilio Giocondo: i lavori di scavo furono però immediatamente sospesi, per essere ripresi solamente il nel 1894; da questa villa proviene il famoso Tesoro di Boscoreale. Altre piccole ville vennero esplorate e spogliate delle loro decorazioni e suppellettili fino al 1928.

Oggi l’unica villa visitabile è Villa Regina, che risulta essere anche completamente ricostruita e restaurata, anche a seguito della costruzione, nel 1991, dell’Antiquarium di Boscoreale, posto a suo ridosso e di cui è parte integrante nel percorso di visita; proprio l’antiquarium accoglie ciò che rimane dei pochi reperti rimasti, rinvenuti nella zona della Pagus Augustus Felix Suburbanus. Si tratta di una villa rustica, su due livelli, risalente al I secolo a.C. ed è di modeste dimensioni, si sviluppa intorno ad un cortile, che ospitava anche una cella vinaria con 18 dolia, delimitato da un portico nel quale, durante lo scavo, fu ritrovato un plaustrum, ossia un carro da trasporto.

Vi è la Villa della Pisanella una villa rustica di un banchiere dove il reperto più importante ritrovato fu sicuramente il cosiddetto ‘tesoro’, in parte conservato oggi al Louvre: si tratta di pezzi di argenteria, tra cui le due coppe chiamate Trionfo di Tiberio e Augusto in trono, ma anche bicchieri, brocche e phialai tutti finemente decorati, oltre a 1037 monete d’oro.

La Villa di Publio Fannio Sinistore, invece, è così chiamata per la presenza di questo nome su un vaso, molti ritrovamenti sono oggi conservati in diversi musei come il Metropolitan Museum di New York, al Museo Archeologico nazionale di Napoli, al Louvre di Parigi e al Musée Royal de Mariemont in Belgio.