Solfatara

La solfatara di Pozzuoli è uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei e si tratta di un antico cratere vulcanico ancora attivo ma in stato quiescente.

Da circa due millenni conserva un’attività di fumarole d’anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del suolo. La Solfatara rappresenta oggi una valvola di sfogo del magma presente sotto i Campi Flegrei, grazie alla quale si riesce a mantenere una pressione costante dei gas sotterranei.

La Solfatara si colloca nel III periodo eruttivo flegreo e la sua formazione è avvenuta 3.700-3.900 anni fa. Già famosa durante l’epoca imperiale romana, Strabone la descrive come la dimora del dio Vulcano, ingresso per gli Inferi, chiamandola Forum Vulcani. Viene inoltre menzionata anche da Plinio il Vecchio come Fontes Leucogei per le acque alluminose e biancastre che sgorgano ancora tutt’oggi. Durante tale periodo iniziò una prima attività mineraria per l’estrazione di bianchetto, utilizzato come stucco, che poteva essere estratto dietro un pagamento di 20.000 sesterzi.

Durante il Medioevo l’attività estrattiva di minerali raggiunse il suo apice. Tra il XVIII e il XIX secolo la Solfatara divenne tappa obbligata del Grand Tour e per i suoi vapori utilizzati per le stufe, ed i fanghi e le acque, considerati medicamentosi.

Nel 1900 iniziarono le prime visite guidate all’interno del cratere, mentre l’attività termale, nonostante fosse pubblicizzata da fogli e stampe illustrative, con il progredire della scienza medica, iniziò un lento declino.