Capua Vetere

L’anfiteatro Campano o  Capuano, si trova a Santa Maria Capua Vetere ed è di epoca romana.  Secondo per dimensioni solo al Colosseo, al quale probabilmente servì come modello essendo stato, verosimilmente, il primo anfiteatro del mondo romano. Oggi è soprattutto ricordato perché fu la sede della prima e rinomatissima scuola di gladiatori.

Ha un posto di grande importanza nella cultura classica e moderna, e nell’immaginario collettivo a livello mondiale, per essere stato il luogo da cui il gladiatore Spartaco guidò nel 73 a.C. la rivolta che per due anni tenne sotto scacco Roma negli anni immediatamente precedenti il primo triumvirato.

Sfortunatamente come fu per il Colosseo parte consistente delle sue pietre furono utilizzate dai capuani in epoca normanna per erigere il Castello delle Pietre della città di Capua ed alcuni dei suoi busti ornamentali, utilizzati in passato come chiavi di volta per le arcate del teatro, furono posti sulla facciata del Palazzo del comune della suddetta città l’antica Casilinum.

Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente l’anfiteatro fu distrutto dai Vandali di Genserico e, durante la guerra di successione del Ducato di Benevento dell’841, dai Saraceni insieme alla città. Servì come fortezza per i principi longobardi di Capua.

Il Museo archeologico dell’Antica Capua, a pochi passi, nato per l’esigenza di presentare, secondo i più moderni criteri espositivi, i materiali rimessi in luce nel corso degli scavi effettuati nella seconda metà del XX secolo. L’attuale sede era la Torre di S. Erasmo eretta in età medievale sul tempio capitolino della città romana. Fu utilizzata da Longobardi Normanni come fortezza per poi divenire residenza dei monarchi svevi, angioini e aragonesi.

Qui vi nacque Roberto d’Angiò nel 1278 che la trasformò poi in archivio reale e in scuderia regia, mentre Bonifacio VIII, appena eletto papa, sottoscrisse qui il suo programma politico. Nel 1496, gli Aragonesi trasferirono la proprietà della torre alla famiglia Gentile di Capua nel 1496 e questo atto segno il declino della Torre stessa. Nel 1700 la Torre tornò al demanio regio. Essa fu abbattuta e il resto del complesso fu usato ad alloggio militare, da qui la denominazione “Quartiere di Cavalleria Torre“. Poco vicino l’interessante Museo dei Gladiatori.

Infine il Mitreo uno dei più importanti al mondo, vide il dilagarsi del culto mitraico durante la dominazione romana forse portato proprio dai gladiatori orientali solitamente legati a questo culto. La sua costruzione si pensa risalga al II secolo d.C. . L’affresco più importante è la raffigurazione della Tauroctonia (o Taurocedio) sulla parete centrale e su uno sfondo roccioso il dio Mitra affonda nel collo del toro un pugnale. Il dio indossa il berretto frigio e un vestito rosso bordato di verde con un ampio mantello svolazzante, rosso all’esterno e azzurro all’interno.

Insomma potremmo passeggiare nella Storia e pensare come scrisse Luigi Settembrini nel 1830: “Me ne andavo solo tra le rovine dell’anfiteatro campano, dove rimanevo molte ore, pensando all’antica grandezza di Capua, ad Annibale, a tutta la storia di Livio…”.