Castel Capuano

Castel Capuano è, dopo il Castel dell’Ovo, il più antico castello di Napoli.

Situato al limite orientale del decumano maggiore fu costruito da Guglielmo I detto il Malo, figlio di Ruggiero il Normanno, verso il 1150, su un preesistente fortilizio di età bizantina, in posizione strategica, a cavallo della cinta muraria, a difesa di Porta Capuana.

Edificato come fortezza fu poi ristrutturato da Federico II di Svevia verso il 1240, e adattato a dimora regia per i periodi in cui il sovrano da Palermo veniva a Napoli. Con l’avvento della dinastia angioina e la costruzione di Castel Nuovo, diventò residenza saltuaria di principi e reggimenti reali. Durante il regno di Giovanna II, il Castello fu testimone dell’efferato assassinio di Ser Gianni Caracciolo, gran siniscalco e favorito della regina.

Con gli Aragonesi fu inglobato entro la nuova cinta muraria della città, perdendo completamente il suo carattere militare per diventare dimora stabile di Alfonso, Duca di Calabria, e vivere il suo periodo di massimo splendore. Donato poi da Carlo V al Lannoy, principe di Sulmona, il Castello, dopo pochi anni fu espropriato dal viceré Pedro de Toledo che, fattivi eseguire i necessari lavori di adeguamento, vi trasferì, intorno al 1540, tutte le Corti di Giustizia, civili e criminali, che erano disseminate per la Città. Con il nome di “Tribunale della Vicaria” Castel Capuano fu attrezzato anche a carcere.

Fra le sale interne, una delle più interessanti è certamente il Salone della Corte d’Appello, con affreschi di Antonio Cacciapuoto  e altri artisti, eseguiti alla fine del XVIII secolo.

Straordinaria è la famosa Sala dei Busti che trae tale appellativo dalla presenza di una serie di sculture in marmo a mezzo busto, collocate lungo l’intero perimetro della sala, che celebrano i principali avvocati del foro napoletano. L’ampio salone fu decorato su tre lati intorno al 1770 con affreschi di Antonio Cacciapuoti raffiguranti le Personificazioni delle dodici Province del Regno di Napoli. Dalla sala dei Busti si accede alla Cappella della Sommaria di epoca cinquecentesca.  

Poche sale e si trova la biblioteca del Gran Consiglio degli Angioini, poi sala della Gran Corte Criminale nel periodo borbonico. Qui furono processati anche i patrioti che parteciparono alla rivoluzione del 1848 contro Ferdinando II, che contiene circa 80.000 volumi. Ma noi andremo anche a caccia di spiriti come la leggenda vuole che ogni anno il 19 aprile si aggiri per le stanze del tribunale uno spirito cruento, inquietante, chiamato “il fantasma degli avvocati”.