Villa Rosebery

Villa Rosebery  si trova nel quartiere Posillipo, si estende per una superficie di 66.056 metri quadrati ed è una delle tre residenze ufficiali del presidente della Repubblica Italiana.

La residenza fu costruita nei primi anni dell’Ottocento per volontà dell’ufficiale austriaco Giuseppe De Thurn,  grazie all’acquisto e l’accorpamento, a partire dal 1801, di alcuni fondi terrieri contigui. Nella zona più alta e panoramica, che sarà poi detta del “Belvedere“, il conte Thurn fece edificare una piccola residenza con cappella privata ed un giardino; tutto il resto della tenuta fu invece destinato ad uso agricolo, con ampi vigneti e frutteti, e ceduto in affitto a coloni.

Nel 1820 Thurn decise di mettere in vendita la Villa, il cui valore era in crescita poiché in quegli anni si andava realizzando lungo la collina di Posillipo una lunga strada di collegamento tra Mergellina e Bagnoli: una nuova via progettata per rendere agevolmente praticabile – anche in carrozza – una zona prima impervia e raggiungibile soprattutto via mare, tanto che la principessa di Gerace e il figlio don Agostino Serra di Terranova acquistarono la proprietà, che ormai ben si prestava ad essere trasformata da fondo prevalentemente agricolo a villa residenziale.

 I lavori di riassetto della tenuta, che prese il nome di “Villa Serra marina“, riguardarono anzitutto il casino del Belvedere (oggi Palazzina Borbonica), trasformandolo in elegante residenza dei nuovi proprietari, e il cosiddetto “Casino Gaudioso“, una casetta rurale che si trovava nell’estremità meridionale della proprietà che, adeguatamente ampliata e ristrutturata, avrebbe assolto la funzione di grande foresteria. Sono dunque gli interventi dei Serra a determinare in buona parte l’assetto della villa così come la conosciamo oggi. Nel 1857 gli eredi vendettero la proprietà a Luigi di Borbone, comandante della Marina napoletana e prese il nome di “la Brasiliana” in onore della moglie di Luigi, sorella dell’imperatore del Brasile.

Il nuovo proprietario che  spesso utilizzava la tenuta per incontri galanti, ne cancellò definitivamente l’originario carattere agricolo, sostituendo alle aree coltivate un grande parco alberato, e la dotò di un porticciolo. Con l’avanzata garibaldina e l’esilio in Francia la casina fu di nuovo venduta.

La acquistò un facoltosissimo uomo d’affari, Gustavo Delahante, che la tenne fino al 1897, quando fu acquistata da lord Rosebery, eminente uomo politico britannico che lì si ritirò per dedicarsi agli studi storico-letterari. Divenne quindi un luogo riservato e appartato rispetto alla mondanità della alta società napoletana ma divenuta dispendiosa per lord Rosebery che la frequentava raramente, decise di disfarsene con una donazione prima al governo britannico e poi allo Stato italiano. Diverse proposte di destinare la villa ad uso pubblico non ebbero seguito, fu quindi messa a disposizione della famiglia reale per i soggiorni estivi.

Così nel 1934, alla nascita della primogenita del principe ereditario Umberto, la residenza prese il suo nome e divenne “Villa Maria Pia“. Dal giugno 1944, Vittorio Emanuele III si trasferì nella villa con la consorte Elena e vi rimarrà fino all’abdicazione e alla partenza per l’esilio in Egitto, il 9 maggio 1946, rientrando nei beni immobili della Repubblica Italiana.