Questa cittadina è uno di quei centri in cui si nasconde una ricchezza artistica, letteraria, filosofica che molte volte viene dimenticata da chi la vive e dalla rivalutazione regionale. Nola più come la città che diede i natali al filosofo Giordano Bruno e per la storica annuale festa ‘dei gigli’.
Eppure, questo luogo, proprio nel centro storico presenta ritrovamenti archeologici che testimoniamo le origini antiche etrusche, risaletnti probabilmente nel VII sec. a.C quando era “Hyria” e dei successivi Sanniti, che dopo averla conquistata e ricostruita, la chiamarono “Nuvla” (città nuova).
Testimonianza di questo patrimonio è il Museo, ospitato nel prestigioso edificio che fu un tempo convento delle Canossiane, sede espositiva, che propone al pubblico, reperti archeologici del territorio di Nola. Seguendo un percorso cronologico, di sezione in sezione, si passa dalla preistorica, con illustrazioni dell’attività vulcanica del Somma-Vesuvio, soprattutto con l’eruzione delle “Pomici di Avellino”, nell’età del Bronzo, e quella c.d. di Pollena, per il periodo tardo antico alle sale del Bronzo Antico. Segue una sezione dedicata alle origini di Nola, con un arco cronologico che va dall’VIII al VI secolo a.C., in cui sono esposti corredi tombali, vasellame di produzione greca legato al consumo del vino delle classi aristocratiche.
Ancora le sale dedicate alla “Città dei Cavalieri”, con riferimento al periodo compreso tra il VI ed il IV secolo a. C, con anfore attiche, tra cui quelle del Pittore di Alchimaco e del Pittore di Berlino ed un cratere a colonnette a figure rosse attribuito al c.d. Pittore di Napoli.
Fondamentali le tombe a cassa ed a semi camera dipinte, dove è stata posta anche un’ampia gigantografia in scala reale della “Tomba del Cavaliere”, che mostra l’originale disposizione delle lastre dipinte. Sono ricostruite in loco le sepolture a cassa del territorio di Casamarciano, tra cui la Tomba dei Togati e la Tomba della danzatrice. Si sviluppa subito la sezione del periodo romano, con le statue di sepolcri, vari, rilievi funerari, epigrafie e reperti dell’anfiteatro. Al secondo piano testimonianze di età imperiale e una sala dedicata alla Villa di Augusto di Somma Vesuviana.
L’esposizione si conclude, infine, con una sezione dedicata alla fine del mondo antico ed all’età medioevale, a cominciare dal suggestivo complesso delle basiliche paleocristiane di Cimitile, fino ad arrivare al periodo moderno.
Visitando la cittadina si potrà godere della Cattedrale, che per quanto ricostruita dopo l’incendio del 1869, conserva testimonianze antiche come la Cappella dell’Immacolata e la Cripta, e la reliquia di san Paolino. Testimonianze medioevali sono le chiese di San Biagio, Sant’Angelo in Palco, il Convento dei Cappuccini, opere civili quali la Reggia Orsini.
Nola una città che potrà aprirci la mente, e con le sue opere il cuore liberandoci della Damnatio Memoriae… e citando le parole di G. Bruno:
“L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.”