Terme Agnano

Un viaggio nella storia di Agnano attraverso l’archeologia termale, tra le più antiche testimonianze ritrovate in sito e che risalgono all’età ellenistica del IV-III secolo a.C.. Situate sul versante meridionale dell’antico lago di Agnano sono oggi visibili all’interno del parco delle attuali terme, nell’area del complesso delle piscine termali esterne.

Durante il percorso si visiterà la Grotta del Cane, che tra leggende e storia, ci mostrerà la cavità artificiale ipogea di età pre-romana (III-II a.C.), scavata presumibilmente con l’intento di trovare una sorgente di acqua termale o per fare uso del vapore che in essa esisteva. In seguito si è manifestato il fenomeno della “mofeta”, una fuoriuscita di acido carbonico dal sottosuolo, che l’ha resa impraticabile.

Fu soltanto con lo stanziamento dei romani nell’area flegrea che iniziò la vera e propria attività termale in tutti i Campi Flegrei. Limponente stabilimento termale di età adrianea (117-138 d.C.) che sorge sul versante sud-occidentale della conca di Agnano, alle pendici del Monte Spina,  testimonia infatti che il termalismo era molto diffuso.  Si sviluppava su ben sette livelli sovrapposti, con una grande varietà di acque minerali e soprattutto aveva la capacità, forse unica, di riscaldare gli ambienti soltanto attraverso il calore naturale della collina del Monte Spina.

Tra i reperti alcune statue di età romana, databili alla prima metà del II secolo d.C. e facevano parte della decorazione degli ambienti. Afrodite armata e Ganimede erano situate nelle nicchie intorno alla piscina maggiore, Hermes con Dioniso bambino e Venere marina erano poste lungo il lato ovest del frigidarium. Ovviamente, il tutto grazie alla presenza del Lago di Agnano ex Vulcano, che ha origine circa 39.000 anni fa, insieme agli Astroni, al Monte Spina e alla Solfatara fa parte del campo vulcanico della caldera flegrea dove l’attività eruttiva è stata più intensa. La successiva eruzione, risalente invece a circa 15.000 anni fa, depositò sul territorio il materiale denominato Tufo Giallo Napoletano.  Nel cratere di questo vulcano, presumibilmente intorno all’XI secolo, si formò il Lago d‘Agnano dove Alfonso I d’Aragona nel 1451  trasferì la macerazione della canapa e del lino che si praticava al Ponte della Maddalena per opera di Carlo II d’Angiò.