Villa Comunale

“La Villa Reale … è situata, relativamente alla Riviera di Chiaia, come il giardino delle Tuileries rispetto alla strada di Rivoli. Soltanto, invece della Senna è il Mediterraneo: invece del quai d’Orsay è l’estensione, è lo spazio, è l’infinito. La Villa Reale è senza dubbio la più bella e soprattutto la più aristocratica passeggiata del mondo.”                (Alexandre Dumas)

La vera storia delle origini della Villa Comunale di Napoli  risale al 1697, quando il viceré duca di Medinacoeli fece piantare lungo la riviera di Chiaia un doppio filare di alberi abbellito da 13 fontane, indirizzando una prima idea di passeggiata che dalla porta di Chiaia si spingeva fino alla Crypta Neapolitana.

Tra il 1778 e il 1780 l’area della spiaggia lungo la riviera fu convertita in un vero e proprio passeggio, un giardino urbano molto in voga in quegli anni, per volontà di Ferdinando IV di Borbone e per opera di Carlo Vanvitelli, sulla scia di quanto aveva fatto il padre, Carlo III di Spagna, lungo il Salon del Paseo del Prado di Madrid. Il Vanvitelli si avvalse dell’aiuto del botanico Felice Abbate, giardiniere reale.

Nei primi anni del XIX secolo la villa fu ampliata e ridisegnata dagli architetti Stefano Gasse e Paolo Ambrosino, secondo il volere di Giuseppe Bonaparte che decretò nel 1807 i lavori. Si occupò di curare la scelta delle essenze arboree il tedesco Friedrich Dehnhardt, ispettore dell’Orto Botanico. Con la realizzazione del cosiddetto boschetto l’aspetto di passeggio alberato rettilineo, che caratterizzava prevalentemente la villa fino a quel momento, fu affiancato da quello di un parco cittadino, con sentieri e aiuole, secondo il pensiero romantico di allora. Un ulteriore ingrandimento fu eseguito per progetto del Gasse verso ovest (fino all’attuale piazza della Repubblica) nel 1834.

Questa passeggiata inoltre di aiuola in aiuola ci racconterà non solo la storia della Villa ma anche delle sue fontane e statue conservate al suo interno, come la fontana della Tazza di Porfido (delle Paparelle), di di Santa Lucia, del Ratto di Europa e del ratto delle Sabine. Passando davanti al tempietto di Virgilio con i suoi segreti e la straordinaria Cassa Armonica; infine, tra le statue-fontane di Lucio Papirio (Oreste ed Elettra), Castore e Polluce,  per chiudere davanti alla meravigliosa stazione zoologica Dohrn e Circolo della Stampa.