Oplonti

Al centro della bellissima Torre Annunziata vi è Oplontis, il suo nome compare già nella Tabula Peutingeriana, copia medioevale di un’antica mappa relativa alle strade esistenti in Italia all’epoca dell’Impero Romano.

Pertanto è stata attribuita ad Oplontis una serie di rinvenimenti archeologici, che in realtà sono relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenziale, la “villa di Poppea“; una villa rustica attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assieme a numerosi pezzi di finissima oreficeria; una struttura termale, presso l’Oncino, sotto le attuali Terme Nunziante, attribuito da A. Maiuri al console M. Crassus Frugi.

Insomma un patrimonio inestimabile testimonianza di un passato glorioso.
Il monumento principale, unico visitabile, è la villa di Poppea inserita tra i beni che l’UNESCO ha definito “Patrimonio dell’Umanità”: grandiosa costruzione residenziale della metà del I secolo a.C., ampliata in età imperiale, era in corso di restauro al momento dell’eruzione. È attribuita a Poppaea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone, ma in ogni caso rientrante nel patrimonio della famiglia imperiale.

Le prime campagne di scavi nell’area oplontina furono effettuate prima nel ‘700 e poi  i primi scavi sistematici si sono svolti dal 1964 riportando alla luce la Villa di Poppea, dieci anni dopo fu  rinvenuta la Villa di Lucius Crassius Tertius: ad oggi le esplorazioni delle due strutture non sono ancora terminate.

Altra imponente villa, scoperta durante lo scavo della trincea per la costruzione della strada ferrata in prosecuzione da Portici verso Torre Annunziata, è quella di Caio Siculi. Fu riseppellita e troncata in due per la suddetta strada ferrata e i reperti rinvenuti furono trasportati al Museo Archeologico di Napoli come il noto affresco raffigurante il mito di Narciso ed Eco con lo sfondo del monte Parnaso.

Siate pronti…?