Reggia di Caserta

Nel 1750 Carlo di Borbone decise di erigere la Reggia di Caserta simbolo di quel centro ideale del nuovo Regno di Napoli, ormai autonomo e svincolato dall’egida spagnola. Il progetto fu affidato all’architetto Luigi Vanvitelli. Dallo scalone d’onore, invenzione dell’arte scenografica, che si innesta in un cannocchiale ottico dopo un ingresso sulla piazza ad esedra, si accede agli appartamenti reali e poco di fronte si apre la Cappella Palatina, che è di certo l’ambiente che più di ogni altro mostra una chiara analogia con il modello di Versailles. Gli appartamenti suddivisi storicamente in vecchi e nuovi, per i periodi storici che hanno vissuto e i suoi rifacimenti, conservano numerose opere di arte pittorica, scultorea e di arti minori, nonché testimonianza dei fasti che vi furono.

Il Parco Reale della Reggia di Caserta, fu l’altra parte  integrante del progetto dell’architetto Vanvitelli e dei sovrani, e si ispira ai giardini delle grandi residenze europee, fondendo la tradizione italiana rinascimentale con le soluzioni di André Le Nôtre a Versailles. I lavori iniziarono nel 1753 insieme alla costruzione dell’Acquedotto Carolino, le cui acque, dal Monte Taburno alimentato le fontane dei giardini reali. Alla morte di Vanvitelli nel 1773, i lavori furono completati dal figlio Carlo, il quale ne fu fedele realizzatore, conservando il ritmo compositivo dell’alternarsi di fontane, bacini d’acqua, prati e cascatelle. In questa scena teatrale, nel paradiso verde nel mirino del cannocchiale ottico e prospettico si nascondono storie e segreti, leggende pagane come quella di Ulisse, di Atteone e di Adone. Passo dopo passo, anzi fontana dopo fontana, attraverso le opere e i capolavori che si alternano tra i fasti borbonici e quelli dei miti classici.