La Basilica di S. Maria Maggiore in Pietrasanta racchiude millenni di storia napoletana, che partono dalla paganesimo con il Tempio di Diana
che venne trasformato dal Vescovo Pomponio nel 525 nella prima chiesa dedicata alla Madre di Gesù.
Il sito successivamente ricostruito nel 1656 dal Fanzago, racchiude i resti dell’evoluzione di Napoli: il campanile, il mausoleo del Pontano, e la cappella dedicata al Salvatore, raccontano assieme alla basilica la storia di questo unicum napoletano.
L‘ipogeo e i sotterranei della chiesa rappresentano una preziosa testimonianza della storia della città, e scendendo, è possibile osservare pavimenti e strutture murarie preesistenti, porzioni di muro in opus reticulatum, blocchi di tufo, mosaici di epoca romana, resti di domus.
I sotterranei composti da un insieme di cunicoli appartenenti all’antico acquedotto greco-romano, sfocianti in cisterne pluviali che permettevano agli antichi la distribuzione dell’acqua all’intera città sono tracce di percorso sotterraneo e pregno di storia.